E’ arrivata l’estate con tutto ciò che la caratterizza: sole, mare e colori. Il nostro guardaroba è una tavolozza di colori e se ci pensiamo bene, anche le nostre tavole. Madre natura in questa stagione, infatti, ci offre una grandissima varietà di frutta, verdura ed ortaggi di mille colori.
Ma da dove arrivano questi colori?
Ogni alimento che noi mangiamo ha un colore, percepito dai nostri occhi , che può essere naturale, oppure artificiale; il colore in questo caso deriva da un’ aggiunta all’alimento, di una sostanza naturale trattata, oppure sintetica. Qualsiasi tipo sia quella che viene aggiunta, si tratta dei cosiddetti coloranti, che insieme ai conservanti ed agli antiossidanti, fanno parte della numerosa categoria di sostanze denominate additivi alimentari. Poichè sono migliaia, vengono indicati in base ad un codice e un numero (variano da E100 a E 1599). Questi numeri vengono per legge, indicati nelle etichette di tutti i cibi che li contengono.
I coloranti vengono indicati come: E100-E109 – gialli, E110-E119 – arancione, E120-E129 – rossi , E130-E139 – blu e violetti , E140-E149 – verdi , E150-E159 – marroni e neri, E160-E199 – altri.
Ma a cosa servono?
La maggior parte dei coloranti addizionati agli alimenti sono inutili (soprattutto i sintetici), alcuni sono solo usati dall’industria alimentare per motivi di marketing, cioè per rendere piacevole ai nostri occhi ciò che mangiamo, (quindi non per scopi nutrizionali!). Sostanzialmente dal punto di vista salutare quindi, non servono a nulla. In parole semplici, non hanno nessuna proprietà benefica!
Dove li ritroviamo?
Uno dei tanti esempi è la margarina, che è di colore giallino, ma solo per farla assomigliare di più al burro, oppure lo yogurt alla fragola che ha il colore ovviamente rosa in ricordo del frutto; o ancora le mazzancolle, quelle fresche sono grigie, mentre quelle che siamo abituate a vedere e comperare al supermercato sono spesso di colore rosso come il sangue (questo colore, ci dà l’idea che sono ancora vive, quindi che sono fresche).
Siamo talmente abituati a determinati colori che se l’industria propone lo stesso prodotto alimentare con un altro dì colore, noi non ci fidiamo. L’esempio è il Sanbitter rosso. Per un periodo l’azienda produttrice ha cercato di vendere la versione di colore bianco, ma l’idea non ha avuto successo, poiché noi siamo ormai abituati a quello rosso.
Un altro esempio sono le bibite al sapore di menta. Le sostanze che danno l’aroma di menta sono trasparenti, ma l’industria aggiunge il colorante verde perché noi associamo alla menta il colore verde. Qualsiasi alimento che ha a che fare con questa erba aromatica, è per noi anomalo se non ha lo stesso colore della pianta.
Altri esempi ben noti sono le caramelle. A tal proposito da un po’ di tempo, sulle confezioni di caramelle compare una scritta relativa ad alcuni coloranti: “E102-E104-E124 possono influire negativamente sull’attività e l’attenzione dei bambini.”
Cosa significa?
Se fanno male non dovrebbero essere messi in alimenti per bambini, se invece sono segnalati, vuol dire che c’è un rischio (la maggior parte dei genitori, nonni e zii, avrà probabilmente ragionato in questo modo).
Per non farla troppo lunga, questi coloranti negli anni passati sono stati sotto i riflettori per uno studio fatto dall’Università di Southampton. Questo studio rilevò un collegamento tra un mix di sei coloranti e l’iperattività nei bambini dai 3 agli 8 anni. Dopo vari studi e diatribe, la EFSA (Agenzia europea per la sicurezza degli alimenti) ha stabilito che questi coloranti non sono nocivi nelle dosi impiegate. La comunità europea, a scopo cautelativo, ha comunque reso obbligatoria la famosa dicitura sull’etichetta. La scelta quindi non rimane che al consumatore se fare oppure no l’acquisto.
Che fare quindi?
Mangiare di tanto in tanto prodotti contenenti coloranti non reca, nelle persone sane, chissà quale danno. Di sicuro è meglio prediligere prodotti senza coloranti o al massimo contenenti coloranti NATURALI, sopratutto nel caso di bambini. La soluzione migliore sarebbe per esempio mangiare dolci artigianali senza coloranti, come per esempio la famosa torta della nonna o la crostata della zia.
Sebbene anche l’industria alimentare sta ultimamente cercando di usare i coloranti naturali, ricordiamoci che esiste per qualsiasi alimento, una dose giornaliera ammissibile (DGA) per l’organismo umano, che se ingerita giornalmente per tutta la vita è senza rischi significativi per la salute. Tuttavia molti coloranti sono noti per avere attività allergica nei confronti di alcune soggetti predisposti. E’ necessario quindi leggere sempre bene le etichette degli alimenti che compriamo e stare attenti anche alle piccoli reazioni che il nostro organismo ci manifesta.
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A cura della dott.ssa Nicoleta Paolillo, biologa ricercatrice
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